martedì 18 novembre 2008

Gli Anelli del Sabato - Il Monte Gazzaro e il Passo della Futa



Breve passeggiata nelle vicinanze del passo della Futa (905m), funestata da alcuni errori di orientamento

Partenza dalla località L'Apparita, sulla SS65 della Futa nel versante del Mugello, qualche tornante sotto al valico vero e proprio.
L'idea originale era quella di imboccare il sentiero 00 CAI del crinale che ha inizio direttamente sul passo della Futa: ma purtroppo risulta inpraticabile a piedi perchè la pioggia e il passaggio dei fuoristrada l'ha reso fangoso al punto tale che si sprofonda in almeno 20cm di fango.

L'inizio del sentiero 52 del CAI , in direzione del crinale, è ben segnalato da un cartello nuovo di pacca, ben visibile dalla statale, ma dopo poche centinaia di metri di cammino i segnavia iniziano a mancare.. fino a quando arrivo ad un bivio con due forestali, una che va a destra in un abetaia ed una che va a diritto in una faggeta , senza alcuna indicazione !

Decido per la faggeta, e mi inoltro nel bosco dove i miei passi affondano in uno spesso strato di foglie. E' tutto molto bello.. ma la strada diventa più stretta, fino a restringersi piano piano e diventare un esile traccia tra i faggi, via via più difficile da riconoscere perchè dopo poco le foglie la rendono totalmente indistinguibile dal terreno circostante. Inizio a camminare sulle foglie, credendo di seguire ancora la traccia.. ma dopo un pò desisto

Attapirato, decido di tornare indietro, ma qui accade il patatrac Mi giro e non capisco più da che parte sono passato. Per terra solo foglie e faggi. Intorno a 360 gradi collinette, avvallamenti, tutti identici, indistinguibili. In alto, solo il cielo e , per fortuna, il sole che più o meno mi da un'idea della direzione da prendere. Con molta fatica riesco a tornare sulla forestale smadonnando contro il CAI , e chi segna i sentieri , .. e poi fino al punto di partenza.
Ho perso circa 2 ore e mezzo.

Non volendo tornare a casa con le pive nel sacco, torno su fino al primo bivio e stavolta imbocco l'abetaia. La strada è fangosa e mi inzaccherò scarponi e pantaloni. Sugli alberi ancora nessun segno.. dopo circa 1 Km per fortuna iniziano a comparire i segnavia. Mi viene in mente che diversi alberi sono stati accatastati all'inizio del sentiero: forse hanno tirato giù pure quelli con i segnavia!

Comunque, motivato da nuovo entusiasmo, essendo ormai le 16,30, accelero il passo per raggiungere il crinale (sentiero CAI 00).
Arrivato sul crinale mi si apre una stupenda vista della valle del Santerno, con Firenzuola, da una parte, e della vallata del Mugello, con Scarperia ,dall'altra.
Il sole sta ormai tramontando, ma "è bellissimo godersi la vista da quassù".

Il sentiero prosegue facilmente sul crinale tra saliscendi adornati da arbusti, ginestre e felci ormai appassite. Mi sto godendo lo spettacolo quando due caprioli mi passano davanti a pochissimi metri, e attraversano il crinale in direzione Firenzuola!

Arrivo sulla cima del Monte Gazzaro (1125m) , in una zona circondata da boschi di faggio, castagneti e da prati rigogliosi. Da qui è possibile osservare a 360 gradi tutto l'Appennino. La zona è popolata da numerosi animali selvatici, e protetta da vincolo faunistico e venatorio . In quest’oasi incontaminata è inoltre vietata qualsiasi attività umana…per tutelare le sottostanti sorgenti dell'acqua Panna .
Scatto qualche foto alla croce e firmo il libro di vetta e poi ridiscendo a valle tramite lo stesso sentiero..

Riassunto:

Percorso: P.so della Futa - località L'Apparita (889m) - Monte Gazzaro (1125m). Sentieri CAI 52 e CAI 00-GEA

Distanza: circa 6Km

Dislivello: circa 240 m in salita

Durata: 2h 30' circa

Persone incontrate: due jeep sul crinale;

Note:
Facile passeggiata, ma attenzione ai segnavia!
Vorrei sottolineare il fatto che trovo demenziale consentire il passaggio dei fuoristrada sul crinale dell'Appennino: rovinano irreparabilmente il manto erboso, creando solchi di diverse decine di centimetri di profondità che rendono molto difficoltoso il cammino e l'equilibrio (a piedi, ed anche in mountain-bike immagino).

Inoltre, il passaggio dei fuoristrada sul terreno bagnato, col loro peso, lo fa diventare fangoso e rende più difficile il drenaggio dell'acqua.
Infine, non è piacevole camminare su un sentiero e doversi spostare perchè arrivano le jeep!

domenica 9 novembre 2008

Gli Anelli del Sabato: Il Faggione di Luogomano nella valle del Bisenzio



Terzo anello del Sabato, o per meglio dire stavolta, anellino. Approfittando della bella giornata oggi ho fatto un brevissimo giro della durata di circa 3 ore e mezzo, molto panoramico e mi sento di proporvelo.

Raggiungo la località Luogomano da Prato con la SS325 della Val di Bisenzio procedendo in direzione Vernio-Bologna; arrivati a Mercatale di Vernio si segue per Luicciana e poi per Cantagallo.
Prima di arrivare a Cantagallo si imbocca la ripida deviazione sulla sinistra e tramite stradina sterrata facendo attenzione alle pecore, capre e asini ci si porta a Luogomano (c'è un antico podere dei conti Guicciardini e la casa di un pastore) a quota di circa 610m, dove la strada è sbarrata:siamo ad uno degli ingressi della Riserva Naturale Acquerino-Cantagallo:



Da Luogomano si imbocca quindi la forestale che sale con una splendida panoramica sulla vallata racchiusa dal Monte Acuto (932m) e dal Monte Moscoso (800m).
La bassa quota delle cime consente di scorgere dietro di loro i monti della Calvana e più oltre ancora la cima del Monte Morello . Sotto di noi il Fosso delle Barbe e uno splendido bosco misto di castagni (in prevalenza) e faggi, tutto ricoperto da foglie. E' in questa zona che nasce il fiume Bisenzio.


La zona presenta una vegetazione molto varia: si vede che il bosco è stato tenuto curato nei secoli passati con rimboschimenti di specie differenti: oltre ai faggi e ai castagni onnipresenti si vedono pungitopo e ginestre, larici, abeti rossi e bianchi e pini neri.
Mi hanno detto che in alcuni punti nei secoli passati sono stati messi anche dei cedri del Libano ma è tardi e non ho tempo di andare a vedere!


Arrivo alla località indicata sulla cartina come "Macchiottola" e da li sempre su stradina forestale (in realtà è possibile utilizzare anche il sentiero 32 che fa un percorso leggermente differente) arrivo finalmente ad un enorme spiazzo in cui protetto dai pini tutto intorno giace la meta della mia visita: il Faggione di Luogomano : uno splendido faggio di circa 300 anni che con le sue fronde ricopre una superficie di 600 metri quadrati e considerato il più vecchio e grande d'Europa!!

E' veramente imponente da vedere , e ancora di più fa impressione seguire con lo sguardo l'estendersi infinito per metri e metri dei suoi rami .. chissà cosa deve essere in estate con tutte le foglie!
A proteggerlo ci sono pure alcuni 'omini' fatti coi tronchi. Dopo qualche foto di rito, mi riprometto di tornare presto in zona per un giro più ampio, do un abbraccio al Faggione e torno dalla stessa strada dell'andata.