mercoledì 24 giugno 2015

Anello del Monteferrato, Monte Javello, Le Cavallaie e Monte Le Coste





Si tratta di una lunga escursione con percorso ad  "8" di una giornata interamente dedicata alla visita dell'area protetta di interesse locale (ANPIL) del Monteferrato, una struttura montuosa formata dalle tre cime di Monte Ferrato di 420 m , di Monte Mezzano, di 390 m, e di Monte Piccioli di 363 m , i quali si ergono rispettivamente nei comuni di Montemurlo, Prato e Vaiano.
Andremo inoltre ad estendere l'escursione oltre i confini dell'area protetta ,  andando a toccare il crinale del Monte Javello (931 m)  e delle Cavallaie (976 m) , le Cascate di Massacorbi e nel viaggio ritorno, del Monte Le Coste (531 m) detto Spazzavento.
E' possibile spezzare l'escursione in un trekking di due giorni, pernottando ad esempio sul crinale dello Javello. 

La partenza avviende dalla località Galceti, nota per ospitare il Centro di Scienze Naturali , raggiungibile da Prato seguendo le indicazioni per Vaiano-Vernio e raggiungendo la tangenziale ovest in direzione nord.

Si lascia la macchina nell'ampio parcheggio in Via di Galceti , ed attraversando la strada entriamo nel viale alberato del parco di Villa Fiorelli.


 L'inizio del sentiero 12 del CAI che ci porterà sulle tre cime del Monteferrato non è ben segnalato, ma quando saremo alla fine del viale, in prossimità dell'ingresso di Villa Fiorelli, andremo sulla sinistra verso le pendici monte e vedremo su un muro di mattoni il primo segnale del CAI:

Qui inizia la lenta salita che ci porterà dai 70m circa di Galceti ai 420m di Poggio Ferrato.

Il percorso appare da subito  caratterizzato da una particolarissima conformazione del terreno:  speroni di roccia di colori variabili dal verdastro al nero plumbeo che sembrano spuntare in maniera improvvisa dal terreno, erba e altri tipi di vegetazione, ad esclusione di numerosi pini marittmi, scarse ....   non sembra neanche di essere nella verde Toscana.
In effetti la formazione di questo tipo di suolo è  frutto di complessi eventi geodinamici che hanno sollevato sezioni di crosta oceanica e del sottostante mantello sino a farle affiorare in superficie. Si parla di ofioliti, letteralmente roccia serpente, nome  dovuto alla  caratteristica colorazione spesso (ma non sempre)  verdognola, che ricorda la pelle di molti rettili.  In realtà le ofioliti sono state identificate come una triade di rocce di varie sfumature: le serpentiniti, i gabbri e  i basalti. Esse sono anche conosciute nel lessico popolare con il termine di rocce verdi o pietre verdi
Senza entrare nel dettaglio, la loro importanza è stata riconosciuta come fondamentale dai primi anni sessanta, in quanto conferma la teoria della tettonica a zolle sui movimenti dinamici delle placche terrestri.


Mentre il sentiero sale possiamo apprezzare questo particolarissimo terreno roccioso. Notiamo che ci sono moltissimi alberi caduti,  e ancora di più sono quelli ormai completamente disseccati, deperiti, e privi di corteccia .




Purtroppo molti pini della zona sono affetti da due diversi tipi di parassiti: la cocciniglia corticicola, che attacca le piante sane, indebolendole, e la scolitide che prolifera sulle piante già malate o sui tronchi abbattuti. Da anni si sta cercando di contrastare il problema , ma evitendemente non si sta facendo abbastanza .



Alla fine, dopo circa un ora di cammino, arriviamo alla cima del monte, da cui si ha un bel panorama di tutta la piana pratese



Dalla cima ,  il sentiero prosegue in discesa piuttosto ripida sull'altro lato in direzione Monte Mezzano:
Si tratta di una parte ancora più bella e suggestiva della precedente: vuoi perchè la vegetazione aumenta e si arricchisce, vuoi perchè i rumori della città sono ormai lontani, e "nascosti" dalla cima appena passata.   

Nella discesa raggiungiamo il modesto rilievo del Colle delle Croci (330 m) , totalmente invaso da una pineta di alti pini marittimi sotto la quale prosperano le maggiori specie della macchia mediterranea, ad esempio il leccio  e arbusti come le brentine , il pungitopo e il vincetossico.  Un vero paradiso naturale.



Salendo sul Monte Mezzano la vegetazione scompare consentendoci di godere di un bel panorama che si estende, a destra, verso il Monte Le Coste , e più oltre, la Calvana.


Infine con breve saliscendi attraverso diversi imponenti speroni rocciosi raggiungiamo il Monte Piccoli  da cui osserviamo bene alle nostre spalle le due punte raggiunte in precedenza.



Alla nostra sinistra si scorgono le cave del serpentino o marmo verde di Prato, pietra molto usata nell’architettura monumentale del periodo romanico - gotico e del primo Rinascimento (ad esempio a Firenze nel Battistero e nel Duomo)


Davanti a noi invece possiamo ammirare la cima dello Javello che tra poche ore andremo a raggiungere.

Proseguiamo sempre sul sentiero CAI 12 con la discesa dal Monte Piccioli all'inizio su tratto scoperto e roccioso, ed infine nel bosco  (fare attenzione, perchè l'ultimo tratto nella macchia è veramente ripido e franoso).

Arriviamo quindi ad un crocevia con il sentiero 12B, sulla nostra destra, che conduce a Figline. Noi invece continuiamo sul 12 a sinistra in facile percorso pianeggiante, fino ad un nuovo crocevia con il 12B che, a sinistra, conduce alle cave prima intraviste e poi a Montemurlo.  


Ancora una volta ,noi tiriamo a dritto tenendo la destra , restando quindi sul 12. 

Dopo neanche 20 minuti di cammino pianeggiante raggiungiamo Casa di Monte Lopi, antico casolare in stato di dismissione,  da cui si gode tuttavia un bel panorama su tutta la valle del torrente Bagnolo .


Proseguiamo  nel boschetto sulla destra, facendo attenzione ai segnavia del CAI , ed affrontiamo quindi  una breve salita sassosa che ci porta sul Monte Lopi,  367m (in effetti, poco piu di una collinetta)



Infine, dopo un altro breve tratto nel bosco, il sentiero sbocca su una strada bianca : siamo arrivati nella zona dei Termini  ,  così chiamata perché indicava il limite del feudo del Barone del Monteferrato e che oggi rappresenta la zona di confine tra i comuni di Vaiano , Prato e Montemurlo.

Da qui il sentiero si fa per un tratto più largo e si incontrano varie deviazioni. 
Teniamo la sinistra ed evitiamo la deviazione sulla destra (non segnalata) che conduce alla Fonte del Morello e poi a Figline:


Quindi proseguiamo sempre a diritto anche quando il sentiero si restringe, fino a sorpassare un traliccio dell'ENEL e successivamente arrivare ad un nuovo crocevia stavolta con il sentiero CAI 10.  Siamo circa a quota 500m , e destra si va in direzione Santa Lucia - Monte Le Coste, mentre a sinistra si sale sullo Javello - Le Cavallaie.


Andiamo a sinistra, e cominciamo a salire intorno alla cima de La Collina (587m) affrontando un primo ombroso tratto nel bosco che ci porterà ad incrociare una strada bianca proveniente da Schignano. 


All'incrocio con la strada bianca occorre prestare attenzione: i segnavia del CAI 10 sembrano sparire, addirittura ce ne sono un paio messi (erroneamente) su due alberi contigui che sembrano indicare di proseguire tra di essi, in un campo - in realtà impercorribile per l'alta vegetazione . Noi invece restiamo sulla strada bianca, andando verso sinistra, in leggera discesa fino a raggiungere un crocevia, questo si, ben segnato


Da questo punto è possibile procedere in diverse direzioni: 


Volendo salire sullo Javello, noi andiamo a destra. Siamo a quota 580m e per arrivare sul crinale (931m) ci si presenta una bella salita. Dapprima il percorso procede facile (ma sotto il sole) su strada bianca che in pochi tornanti ci conduce fino alla cima del Colle Bruceto (665m). Qui ci troviamo davanti ad un bel pianoro erboso molto panoramico (Poggio Prato Tondo, 666m) . 


Da qui il sentiero 10 del CAI si distacca dalla strada per procedere sulla destra in ripida salita su una mulattiera  a prima vista ben poco invitante.  La mulattiera infatti è veramente sassosa e ripida , e la scarsa vegetazione la rende del tutto inadatta ad essere percorsa in estate sotto il sole!


Molte bello, tuttavia, il panorama che si va formando alle nostre spalle

Dopo poco ci ritroviamo ad un  nuovo crocevia con un largo sentiero che a destra  porta al Piano dei Massi (con la relativa fonte) e poi Schignano, mentre  a sinistra conduce al crinale dello Javello.

Andiamo a sinistra e dopo pochi minuti di salita il sentiero diventa pianeggiante e ci troviamo immersi in una bella faggeta.  Siamo finalmente giunti sul crinale, quota 936m, ai cosiddetti "Faggi di Javello" .
Non possiamo godere di nessun panorama, ma ci troviamo immersi in un imponente "serra" di alberi secolari, che segnano il crinale con la tipica disposizione in doppio filare:








Proseguiamo nel bosco in direzione nord - passo delle Cavallaie,  fino a raggiungere il bivio col sentiero CAI 14 che porta, scendendo nel versante nord, alla Fonte del Prete e a Schignano.

Sull'altro lato del sentiero principale invece notiamo uno stradello non segnato , ma indicato da un tronco posizionato per terra, che scende sul lato sud dello Javello: questo è il sentiero/pista delle carbonaie e lo utilizzeremo successivamente per completare il nostro anello. 

Proseguendo sul crinale troviamo il vecchio, prima, e poi il nuovo monumento ai caduti:


Continuando, attraversiamo dei bei prati assolati circondati da faggete 


e dopo pochi minuti arriviamo al tabernacolo con la Madonnina dei Faggi


Proseguendo sul crinale dopo poco raggiungiamo la vetta de Le Cavallaie (976m) segnata da un cippo e cosi chiamata perchè la zona, un tempo sicuramente brulla e non occupata dalla faggeta , veniva usata per tenere i cavalli bradi al pascolo. 
Da questo punto in poi il sentiero inizia a scendere per condurci al Passo delle Cavallaie (826m), punto di ingresso nella riserva naturale di Acquerino-Cantagallo. 


Noi decidiamo di  non continuare oltre in questa direzione e di tornare indietro a visitare il lato sud dello Javello, con le cascate di Massacorbi.  


Per completare l'anello come detto decidiamo di utilizzare il sentiero delle Carbonaie (MTB) che dal crinale parte, sul lato sud. Ritorniamo quindi indietro per un breve tratto fino al tronco che segna l'ingresso ed imbocchiamo la discesa, che avremo alla nostra destra: 


La prima parte del sentiero segue il percorso di uno stradello forestale che conduce alla Fattoria di Javello, ma noi, che vogliamo andare diretti alle Cascate,  arrivati ad un tornante a sinistra, anzichè imboccarlo tireremo dritto lungo uno stretto percorso chiaramente progettato per le mountain-bike:


 in questo tratto (oltre a fare attenzione all'eventuale passaggio di ciclisti in discesa)  è sufficiente seguire le freccie gialle che troveremo volta volta su massi e tronchi, e ricordarsi di tirare sempre dritto agli incroci con le strade forestali .


Discendiamo quindi per il sentiero di circa 300m immersi in un fresco e   silenzioso bosco


fino a ritrovarci ad un incrocio con, sulla destra, la strada forestale che conduce dalla Fattoria di Javello. Noi invece andremo a sinistra in direzione  cascate - Termini . Attenzione perchè non ci sono indicazioni. 




Dopo pochi minuti raggiungiamo lo sperone di Massacorbi : cima di una notevole parete di roccia di circa 30 metri di altezza rivolta ad est da cui si gode di un vasto panorama sulle sottostanti cascate e, dall'altro lato, sull'intero Monteferrato. 

Purtroppo, causa la stagione secca, le cascate risultano praticamente prosciugate.



Dallo sperone parte in discesa un sentiero, il 12C, che  conduce verso la base della parete, segue il torrente Bagnolo e raggiunge la perenne Fonte D'Albiano (402m) , e poi le località Albiano e Bagnolo.

Noi invece proseguiamo in piano sul sentiero che passa sopra le cascate fino ad intercettare il Fosso del Romito che insieme ad un altro ruscello da origine al Torrente Bagnolo.


Il sentiero prosegue a mezzacosta con dei bei scorci panoramici sulla valle fino a quando si ricongiunge alla strada bianca che da Schignano raggiunge i Termini

Andando a sinistra in direzione Schignano, raggiungiamo il punto di partenza per la salita allora Javello, e cioè l'incrocio ai piedi di Poggio Prato Tondo. 
Andando a destra invece, come indica il segnavia, torniamo ai Termini.


Noi andiamo a destra e su facile strada bianca da poco ripristinata, dopo breve discesa ci ritroviamo nuovamente ai Termini. 

Da qui, abbandoniamo la strada bianca e  riprendiamo il sentiero 12 del CAI che abbiamo già fatto stamani e che sale, sulla sinistra, in direzione Javello.
Sorpassiamo nuovamente il traliccio dell'ENEL e ritorniamo all'innesto col sentiero CAI 10. In questo modo abbiamo chiuso il primo "anello" del nostro "8".

Adesso, anzichè a sinistra in direzione Javello, procederemo a destra in direzione Santa Lucia - Monte Le Coste e dopo pochissimi minuti ci ritroviamo sulla strada asfaltata in località La Collina


Seguiamo i segnali del CAI 10 per procedere a sinistra fino all'incrocio, e da li di nuovo a sinistra lungo Via della Collina a Cerreto .


Per un centinaio di metri seguiamo la strada asfaltata (peccato che il bosco all'inizio sia sporco di rifiuti!), dopodichè  il sentiero si inoltra nella vegetazione  di querce ed arbusteti di ginestre, in un facilissimo e pianeggiante percorso (nella parte finale il sentiero del CAI 10 si fa molto fitto di vegetazione e conviene abbandonarlo per seguire la stradina principale.)
In ogni caso dopo pochi minuti di cammino arriveremo ad un piazzale , da cui sulla parte più alta ha inizio la salita vera e propria alla vetta del monte Le Coste.

Salita sul Monte Le Coste
Arrivando in prossimità della vetta la vegetazione si dirada e sulla sommità (530m), dove si trova anche il mausoleo dello scrittore pratese Curzio Malaparte è possibile ammirare un panorama di grande ampiezza, dal Monte Maggiore sulla Calvana allo Javello alle tre gobbe del Monteferrato.

Monte Maggiore dal Monte Le Coste
Lo Javello da Monte Le Coste
Monteferrato dal Monte Le Coste
Mausoleo di Curzio Malaparte
Dalla vetta una facile ma ripida discesa che si snoda attraverso boschi di querce e cipressi, ci porta sulla strada asfaltata in località Buriano.

Seguiamo il sentiero 10 del CAI che prosegue per un paio di tornanti -  tranne un brevissimo tratto nel bosco - sulla strada asfaltata  . Ma successivamente, anzichè imboccare la deviazione a sinistra che ci porterebbe verso Santa Lucia , noi proseguiamo a diritto restando sulla strada asfaltata.


Dopo poco sulla destra imbocchiamo una stradina sterrata (Via Bellavista):

Deviazione per Via Bellavista
e fatte poche decine di metri, di fronte ad una villa ottocentesca , prendiamo un sentierino poco visibile e non segnalato che scende sulla sinistra:

Sentiero per Poggio Alto da Via Bellavista


Proseguiamo su questo sentiero fino a raggiungere dopo pochi metri un incrocio con diversi altri sentieri: noi proseguiamo sempre a diritto, mantenendoci sul lato nord di Poggio Alto, e teniamo la destra anche al successivo bivio.



Dopo poco ci ritroviamo fuori dal bosco, in prossimità di una villa da cui ha inizio la strada asfaltata (Via Luigi Pacini) e che ci riporta all'abitato di Galcetello.

Arrivo a Galcetello da Poggio Alto. Davanti a noi, il Monteferrato
Da qui proseguiamo verso sud e poi girando a destra raggiungiamo Via di Galceti che ci riporta al parcheggio iniziale. 





Riepilogo:


Partenza e arrivo: località Galceti (PO)

Percorso: Galceti - Monte Ferrato - Monte Mezzano - Monte Piccioli - Monte Lopi - Termini - Poggio Prato Tondo - Monte Javello - Le Cavallaie - Cascata di Massacorbi - Termini - La Collina - Monte Le Coste - Poggio Alto - Galceti

Dislivello cumulato: 1500m circa
Distanza: 26 Km circa
Durata in movimento: circa 10h

Consigli: portarsi dietro almeno  2,5 litri di acqua,  o in alternativa prevedere approvvigionamento  presso :

Fonte del Prete (830m) sul lato nord dello Javello (quello di Schignano)  , lungo il sentiero CAI 14 ;

 Fosso del Romito , provenendo dalla Fattoria di Javello, seguire il sentiero per le cascate/sperone di Massacorbi, poco oltre sul sentiero a mezzacosta che prosegue verso i Termini, si incrocia il fosso del Romito ;

Fonte di Morello (421m) prima di arrivare ai Termini, seguendo la deviazione dal CAI 12 sulla destra per Figline ;

Fonte d'Albiano (402m) , scendendo dalle Cascate di Massacorbi seguendo il CAI 12C ;