lunedì 13 ottobre 2008

Gli anelli del Sabato: Passo dell'Osteria Bruciata



Escursione al Passo dell'Osteria Bruciata partendo da Sant'Agata in Mugello, e ritorno seguendo la traccia dell'antico valico appenninico...

Antefatto:
Qualche giorno fa ho trovato una pagina web che riportava un articolo della Nazione , il quotidiano di Firenze, del 27/8/1985 riguardante la scoperta nei pressi di Sant'Agata, in Mugello, dei resti dell' "Osteria Bruciata".
Dice l'articolo (più o meno) "Si narra che i viandanti che passavano nel medioevo nei pressi dell'omonimo valico appenninico, venissero depredati e uccisi dall'oste e poi serviti in pasto agli avventori il giorno successivo.."
Sicchè mi sono incuriosito ed oggi dopo diversi giorni che l'avevo in mente ho deciso di recarmi in zona e visitare il Passo dell'Osteria Bruciata.

La giornata ottobrina si presenta splendida e c'è un sole che spacca le pietre: siccome ho bisogno di qualcuno che mi tenga compagnia ma soprattutTo si presti a farmi da sherpa, coinvolgo il babbo (un pò riluttante) e gli affido lo zaino con l'acqua e il giubbotto pesante mentre io prendo l' attrezzatura fotografica.
Arriviamo a Sant'Agata in Mugello alle 8,45 ed è tutta avvolta da una fitta nebbiolina; si lascia la macchina nel parcheggio subito all'ingresso del paese e a piedi prendiamo la strada asfaltata che sale sulla destra in direzione "Isole" e coincidente per un bel tratto col sentiero CAI numero 42.
Si rimane sulla strada asfaltata per circa un'ora di cammino, passando attraverso campi, boschetti e anche vicino ad un allevamento di bovini della rinomata ma non tanto conosciuta razza 'Calvana' (ora qualcheduno scoprirà che in Toscana non c'è solo la carne Chianina!)


La strada si snoda in piacevole salita e cammina cammina arriviamo in località 'Casali' dove al termine di un gruppeto di case il sentiero si biforca: a destra il sentiero 42 prosegue per Cavallicco e per il passo del Giogo. Noi invece prendiamo a sinistra il sentiero 44 sempre su stradina asfaltata ma diventata ora dimolto ma dimolto stretta che ci porterà al crinale appenninico.
Dopo circa 15 minuti di cammino si arriva ad un incrocio con un crocefisso di legno: a sinistra la strada asfaltata prosegue in direzione (non indicata!) della località "Isole" , noi si deve prendere invece la sterrata sulla destra: i segni rosso e bianchi non sono molto chiari in questo punto e più di qualcuno non dotato di cartina potrebbe sbagliare, quindi occhio!


Adesso finalmente ci addentriamo nel bosco su sassosa strada sterrata forestale non percorsa da chissà quanto tempo: tutt'intorno a noi uno splendore dei colori caldi dell'autunno: giallo, arancione, rosso.. e per terra un manto di foglie nelle quali in più punti si sprofonda fino alle caviglie.



Continuiamo e dopo una buona mezz'ora di salita non troppo ripida ci troviamo fuori dal bosco, in uno spiazzo panoramico indicato sulla cartina come località "Vallappero" (698m) , per la verità un semplice rudere col tetto rifatto ed adibito a stalla dal quale è possibile ammirare e fotografare la vallata del Cornocchio ed oltre, tutto il Mugello e Scarperia, ancora addormentata in una fitta nebbiolina.
Qui il babbo, francamente stanco, trova ai margini del sentiero un bel cespuglio di more, e vi si fionda come un ape sul miele tanto che per portarlo via mi tocca andare avanti e richiamarlo più e più volte, dicendogli che ne avevo trovato un altro migliore, così alla fine viene.. povero babbo!



Proseguiamo salendo nel bellissimo bosco di castagni su sentiero fino a quando un nuovo bivio ci manda a destra (attenzione a non sbagliare perchè la strada continua a diritto verso il fondovalle e la località Coppo ma noi dobbiamo salire al crinale!) verso un erto lastrone di sassi. Passiamo accanto ad un rudere indicato sulla mappa come località Apparita (802m).
Il paesaggio cambio d'improvviso: ci addentriamo in un fitto ombroso e magico bosco di pini silvestri e pini neri con bellissimi riflessi della luce del sole e si deve fare molta attenzione ai segni sugli alberi perchè in più punti il sentiero 'taglia' la stradina forestale. Troviamo qualche rudere, probabilmente di una cisterna usata per l'acqua, ed anche una vecchia fontana.. peccato che di acqua neanche l'ombra!

Proseguiamo tra vaste faggete e castagni e la salita diventa sempre più erta col babbo che arranca nelle retrovie sotto il peso dello zainone: ma ce la fa e dopo 3 ore circa dalla partenza arriviamo sul crinale a quota 996m, incrociando il sentiero OO proveniente dal P.so del Giogo e che imbocchiamo in direzione P.so dell'Osteria Bruciata... Finalmente!


Il sentiero percorre il crinale e fa parte della GEA - Grande Escursione Appenninica, tanto che in diverse indicazioni si trova così designato.
Alla nostra destra adesso si distendono i boschi di Firenzuola e la vallata del Santerno e più oltre ancora, le vallate Romagnole.. ci sono diversi punti panoramici in cui il bosco si apre e la vista può spaziare da una parte e dall'altra del crinale.


Continuiamo il cammino senza mai incrociare nessuno a parte un cacciatore col suo cane cucciolotto e dopo circa 1 ora quando pensiamo di essere in vicinanza del passo e sullo sfondo vediamo ergersi il Monte Gazzaro (1125m), siccome sentiamo degli spari e del vociare di cacciatori e rumore di jeep decidiamo di fermarci in un bel prato (Monte Faggio all'Ombrellino, 1058m) a mangiare pane e prosciutto tranqulli.
Il babbo vorrebbe dormire e pensa già alla pennichella, ma io dopo 10 minuti lo sprono a ripartire perchè il giro è ancora lungo..
Attraversiamo l' accampamento di cacciatori.. che è la cosa più brutta di questa gita.. ci saranno una quindicina di jeep e vocìo di gente all'interno del casotto, davvero contrastante col silenzio che ha regnato sovrano intorno a noi fino ad ora... e ci chiediamo come abbiano fatto ad arrivare fin qui: sicuramente non dalla nostra strada e dal tratto di crinale che abbiamo percorso perchè in alcuni punti è davvero stretto!
Superato l'accampamento e diverse (tristissime) postazioni di 'tiro al piccione', arriviamo finalmente all'antico Passo dell'Osteria Bruciata, segnalato da un grosso pietrone di forma triangolare.


Questo punto è un crocevia di diversi sentieri: continuando sullo OO in direzione ovest si arriva fino al P.so della Futa in circa 3 ore (di tabella), ma noi prendiamo il 46 che ridiscende verso sud, a valle, tornando a Sant'Agata passanto per monte Alto e monte Linari.




Questo sentiero è ancora , se possibile, più bello del precedente: si nota che è molto antico con dei punti in cui è proprio scavato nella roccia e altri in cui affiorano i resti del selciato, e poi il bosco è di una meravigliosità ineguagliabile coi colori dell'autunno.
Viene una strana sensazione a pensare che i viandanti del medioevo fino al 1300 percorrevano questa strada per attraversare l'Appennino! (In realtà c'era anche un altra strada che veniva utilizzata, corrispondente agli odierni sentieri CAI 48 o 50 che raggiungeva il passo partendo dal paesino di Marcoiano, circa 8km a nord-ovest di Sant'Agata)
Il paesaggio varia in continuazione, passiamo proprio sotto la cima del Monte Alto (964m) e nel tratto che va da questo al Monte Linari, si apre , il sentiero diventa roccioso e per un attimo ci troviamo in un punto panoramico che ci consente di osservare sia la valle del Cornocchio che la valle accanto con la frazione di Marcoiano.



Continuando a scendere ritorna il bosco stavolta più ombroso ed arriviamo sotto il Monte Linari (878m) ad una costruzione diroccata a più piani di notevoli dimensioni e fattura..tutta ricoperta di liane e vegetazione da chissà quanti anni.. che sia la famosa Osteria Bruciata? In effetti affacciandoci all'interno notiamo la grandezza notevole dei locali e diversi resti di travi del primo piano.. chissà... (sulla mappa è indicato come Riarsiccio, 790m) Comunque sia, questo punto del percorso è un pò inquietante...e lo attraversiamo in fretta.
Usciamo dal bosco ed arriviamo ad una radura in cui l'erba ha lasciato il posto alla.. sabbia.. si sabbia dappertutto proprio come quella delle spiaggie marine, ed arbusti rossi e gialli tutti da fotografare! Un paesaggio davvero strano..


Proseguiamo fino ad un incrocio: a sinistra il sentiero 46 prosegue verso Montepoli e poi Sant'Agata, ma siccome la nostra cartina lo segna come 'strada', per evitare l'eventuale asfalto preferiamo prendere a destra il sentiero 46A che in un'ora dovrebbe portarci a Sant'Agata passando leggermente più ad ovest del precedente.
Il sentiero è nel primo tratto davvero molto malmesso e trascurato. Ci sono rami ovunque e fogliame di diversi centimetri che rende disagevole il cammino e si rischia di inciampare ad ogni passo: per fortuna dopo un pò la situazione migliora.
Passiamo attraverso un bosco di pini con diversi punti panoramici e poi in ripida ma facile discesa su stradina sterrata usciamo fuori dal bosco in prossimità del monte Calvi (774m) dove il paesaggio cambia nuovamente e gli alberi lasciano il posto ad arbusti multicolori e ginestre.



Dopo un pò di cammino intravediamo in lontananza le prime casupole e sentiamo le voci di persone nei campi. Arrivati alla frazione de Le Coste (418m) il cammino può dirsi concluso.
Il sentiero si immette su stradina asfaltata carrabile che ci conduce, proseguendo in direzione est, nell'abitato di Sant'Agata e poi al parcheggio.. abbiamo tutti e due le gambe distrutte, ma il babbo di più perchè non è allenato..però ce l'ha fatta..bravo babbo.. la prossima dove?!

Riassunto:

Percorso: sentieri CAI 42, 44, 00, 46, 46A



Distanza:
circa 15km

Dislivello: circa 600m
- Sant'Agata in Mugello (365m)
- Monte Faggio all'Ombrellino (1056m)
- Passo dell'Osteria Bruciata (917m)
- Monte Alto (960m)
- Monte Linari (876m)
- Monte Calvi (771m)- Sant'Agata in Mugello (365m)

Tempo: 7h 30min circa comprese diverse pause

Difficoltà: escursione lunga ma facile perchè il dislivello viene assorbito in diversi km ... e se l'ha fatta il babbo...!

Persone incontrate:
nessuna, a parte un cacciatore a piedi col cane e diversi altri cacciatori che scorrazzavano sul crinale con la jeep

Note: questi sentieri, ad eccezione del crinale, non sono molto battuti e il fondo in diversi punti è insidioso. Attenzione alla segnalatica sugli alberi (comunque rinnovata di recente) e a non deviare per sbaglio sulle numerose stradine forestali e traccie di sentiero che portano chissà dove..forse alla perduta Osteria? :)

Altre foto ad alta risoluzione nella gallery di Picasa: qui




3 commenti:

  1. bella passeggiata, molto distensiva. Mi sa che tornerò presto da quelle parti: è un pò che manco.
    Ciao

    P.S. i links alle foto non funziano

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  2. Andare per colline ha il suo indiscutibile, seducente fascino.
    Ottimo.

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