domenica 19 ottobre 2008

Gli anelli del Sabato: I monti della Calvana



Stamani la giornata appena appena nuvolosa promette bene per il secondo "anello del Sabato" : arrivo a Prato (61m) alle 8,30 e lascio l'auto in via Diaz all'inizio della strada asfaltata che in leggera salita conduce in circa 10' al paesello di Filéttole (142m). Questa stradina è molto panoramica e come si vede dalle scritte sui muri e sull'asfalto è anche meta abituale di coppiette e compagnie di ragazzi che si radunano qui la sera.

Da Filèttole sempre su stradina asfaltata panoramicissima in leggerissima salita in mezzo a campi di olivi e greggi di pecore raggiungo in 10' le casine del borgo di Carteano, dove imbocco il 40 vero e proprio. La strada diventa quasi subio una mulattiera, in alcuni punti molto stretta passando a ridosso dei campi e di alcune case coloniche e in alcuni tratti nella macchia.


Dopo circa 15' di facile cammino entriamo nel bosco vero e proprio arrivando al primo bivio che ci indica la località Crocicchio di Valibona ad 1h55' di marcia sempre sul sentiero 40.
Proseguo quindi lungo la valle del Rio Buti (tra l'altro, proprio in questa zona , tra i boschi di Faltugnano,si trovava il covo in cui fu tenuto prigioniero Giuseppe Soffiantini), in un bellissimo bosco di lecci e querce. L'antica mulattiera che conduce al crocicchio di Valibona è a pendenza costante poiché nel medio evo il tracciato era percorso da carovane di muli e cavalli, ed è un piacere da percorrere. A quota 328m, con una piccola deviazione a sinistra si possono raggiungere vicino al fiume che scorre in basso le Grotte del Rio Buti, seguendo il largo sentiero ( 40/P CAI), cosa che mi piacerebbe fare ma che per mancanza di tempo e per non perdere quota rimando ad altra occasione.

Proseguo sulla mulattiera incontrando soltanto un ragazzo che fa motocross e dopo un pò un gruppo di cacciatori in postazione fissa proprio sul sentiero, in attesa a distanza di circa 100m l'uno dall'altro: sono una squadra in cerca di cinghiali e pare ne hanno abbiano appena colpito uno. Mentre continuo a salire infatti sento i lamenti dell'animale echeggiare in tutta la valle, davvero strazianti, probabilmente è ferito e sta correndo all'impazzata perchè sento le voci dei cacciatori molto agitate, urlare e darsi indicazioni concitate...e poi di nuovo spari, vicinissimo...
Accelero il passo perchè non mi piace proprio trovarmi tra i due fuochi dei cacciatori e dell'animale prevedibilmente pericoloso!.. ma guarda te, uno esce per fare una passeggiata tranquilla e invece... vabbè...

Arrivato al Crocicchio di Valibona (617m), dove incrocio di nuovo una jeep di cacciatori, anzichè dirigermi subito verso sud lungo i prati che in salita portano fino alla cresta della Calvana e sul Monte Cantagrilli, confortato dalle tabelle che segnano solo 1h di tempo necessario, decido di andare a nord, verso la parte più selvaggia e boschiva della Calvana, e verso la sua cima più alta - si fa per dire.. :) - il Monte Maggiore (917m).

Imbocco quindi il
20 che con qualche facile passaggio in salita e in mezzo ad una vegetazione costituita in prevalenza da arbusti e qualche area a pascolo in cui la fanno da padroni diverse specie di volatili più o meno rare, mi conduce in circa 30' ai piedi del Monte Maggiore, in località Foce ai Cerri (706m).
I 200m circa di dislivello residui vengono superati con qualche problema per la difficoltà di riconoscere i segnavia sui pascoli. E' sufficiente comunque osservare la parte sommitale del monte e dirigersi in tale direzione... non si può proprio sbagliare!

All'improvviso infatti ecco spuntare la piccola croce che indica la vetta del Monte Maggiore: tutt'intorno un bellissimo prato. La vista da quassù è bellissima, si narra che in condizioni di visibilità eccezionali, osservando ad ovest sia possibile vedere la lamina scintillante del mar Tirreno, ma oggi la foschia residua impedisce di arrivare a tanto! Il panorama che si apre dinanzi agli occhi è immenso e splendido: ad est tutto il Mugello con il bacino artificiale di Bilancino ben distinguibile, a nord tutta la catena appenninica con il gruppo del Corno alle Scale in grande evidenza

Poi, andando con lo sguardo all'estremo ovest, il Gomito, il Rondinaio, e quindi alcune vette delle Apuane: la cima del Pisanino, la Tambura e il Sella, la Pania e la Pania Secca. A sud tutta la vasta pianura compresa fra Prato e Pistoia con le due città ben visibili e, oltre la pianura, tutta la catena del Montalbano; un panorama veramente incredibile. Infine, ai piedi della montagna la Val di Bisenzio con in primo piano Vaiano e la ferrovia Firenze – Roma.

Dopo un boccone e qualche foto di rito, ridiscendo il Monte Maggiore (costeggiando dei folti rimboschimenti di pino nero e castagneti effettuati dal corpo forestale) dallo stesso
20 dell'andata, ma stavolta, arrivato a Foce ai Cerri, decido anzichè ripercorrere a ritroso il 20 fino al Crocicchio di Valibona, di prendere il 42 - strada forestale carrabile per un certo tratto - che conduce andando verso sud-est in discesa, alla borgata disabitata di Valibona (620m).

In questa località la notte tra il 2 e il 3 Gennaio del 1944 avvenne il primo scontro a fuoco partigiano della Toscana, tra un gruppo di camicie nere e carabinieri e la brigata partigiana "Lupi Neri" guidata da Lanciotto Ballerini, che aveva fatto nel fienile dell'antico borgo medievale di Valibona la propria base. Al termine del duro scontro per rompere l'accerchiamento dei fascisti, sono in tre i partigiani a restare sul campo, compreso il capo brigata, e una lapide a pochi metri dal paese commemora questo episodio.

Il paesino è in condizioni di completa decadenza e le poche abitazioni sono inaccessibili per pericolo di crollo, è comunque interessante da vedere.
Da Valibona, in 5 minuti tramite una stradina carrabile di raccordo, si raggiunge nuovamente il Crocicchio.

Mi dirigo adesso sul crinale sud, salendo sul Monte Cantagrilli (818m) , attraversando dei bei poggetti di prato e biancospino con bella vista sulla boscosa valle del Rio Buti, su Valibona e sul Monte Maggiore. Raggiungo la cima dopo circa 30': è anch'essa sormontato da una croce, stavolta però molto più grande!


Dal Cantagrilli si vedono in successione verso sud le 'cime' che dovremo toccare nel nostro percorso sul crinale: il Poggio Cocolla e La Retaia. Il panorama inoltre si 'apre' verso il Mugello e contemporaneamente verso Calenzano e in lontananza Firenze.
Il percorso sul crinale non presente difficoltà e il panorama è sempre splendido, anche se la posizione del sole rende difficile fare foto nitide della piana di Firenze e Prato. Incontro qualche cavallo allo stato brado e tre o quattro bovini di razza calvanina che non mi degnano di uno sguardo.


Si raggiunge quindi camminando sul crinale la cima de La Retaia (764m) dalla cui croce si domina direttamente tutta la città di Prato, con una visuale davvero spettacolare, sia verso la città che all'indietro verso il crinale appena percorso!




Da qui in poi il sentiero comincia a scendere in maniera decisa: ci troviamo ora nella parte più a sud della Calvana, quella maggiormente utilizzata dai pastori (quasi tutti di origine sarda, come da tradizione di queste zone) per l'allevamento ovino. Il paesaggio diventa molto più brullo ma non per questo meno affascinante.

L'idea originale è quella di arrivare all'incrocio con il
26 (presso Sella di Cavagliano, 550m) tramite il quale ridiscendere direttamente a Filéttole.
Arrivato all'incrocio però, poichè non sono ancora stanco, decido di proseguire sul crinale verso sud, in direzione Casa Rossa, che viene indicata a soli 20' di distanza, con l'idea di prendere lì il
24 che dovrebbe riportarmi a nord, a quota più basso, fino a ricongiungersi con il 26 per il ritorno a Filéttole. Un modo per allungare un il percorso del ritorno esplorando un zona che non ho mai visto.

In realtà arrivato alla Casa Rossa (454m) , una vecchia casupola in stato di abbandono e forse utilizzata solo dai pastori nel periodo estivo, scopro dai segnavia che il
24 rispetto a quanto indicato sulla mia cartina parte molto più a sud, quasi in prossimità del Poggio Castiglioni .
Decido quindi di tagliare la testa al toro, di abbassarmi ancora di quota e raggiungere Poggio Castiglioni, godermi la vista di Firenze, Calenzano, Sesto Fiorentino e Prato e poi ridiscendere tramite un diverso sentiero, il 22 , che conduce direttamente a Prato, più o meno in prossimità della macchina.

A Poggio Castiglioni (429m), in posizione assolata e su terreno brullo e scoperto raggiungo la croce (altra visuale spettacolare, stavolta su Calenzano, Sesto Fiorentino e Firenze) , e da li imbocco il
22 (attenzione che l'inizio del 22 è a sud della croce a differenza di quanto indicato dalla cartina, inoltre non è ben segnalato e si deve guardare con attenzione i segnavia sbiaditi sulle rocce seminascoste dalla vegetazione per non sbagliare direzione in questo primo tratto!)





Devo ammettere che il tragitto in discesa sul
22 è veramente sfiancante, vuoi per i 23Km che ho alle spalle, vuoi per l'acqua chè è finita (avevo con me 3l di acqua), vuoi per il sentiero che nel finale diventa parecchio sassoso e fastidioso da percorrere in discesa! Si passa comunque attraverso un bel bosco di cipressi e faggi con le voci e i rumori della città sottostante che diventano via via sempre più evidenti... sic!

Il 22 terminerebbe in località S.Anna, ma ad un incrocio non molto chiaro sbaglio strada e anzichè proseguire lungo la costa, scendo a Prato arrivando in prossimità del chiesino di Santa Cristina a Pimonte (118m). Questo mi costringe ad allungare leggermente di qualche centinaio di metri il tragitto da fare su strada asfaltata per raggiungere la macchina, ma poco male!

Riassunto

Percorso: Prato, Filéttole, Carteano, Sella di Valibona, Forre ai Cerri, Monte Maggiore, Valibona, Monte Cantagrilli, La Retaia, Sella di Cavagliano, La Casa Rossa, Poggio Castiglioni, Santa Cristina a Pimonte, Prato (Sentieri
40, 20, 42, 22)


Distanza: circa 24Km

Dislivello: circa 1200m in salita

Durata: 9h 30' con poche e brevi pause

Persone incontrate: una squadra di cacciatori di cinghiale, qualche altro escursionista sulla Retaia.

Note: percorso non difficile ma lungo e che richiede allenamento fisico. Diversi tratti di sentiero sui crinali e sui pascoli non sono segnati bene o i segnavia su sassi ed alberi sono sbiaditi. E' difficile perdersi ma comunque la presenza di mulattiere e stradine varie può indurre in errore e condurre chissà dove. Non ci sono sorgenti d'acqua nè fontane, e i miei 3l sono stati appena sufficienti.

Ulteriori foto ad alta risoluzione qui





3 commenti:

  1. Accipicchia quanti bei posti che abbiamo intorno..non che non lo sapessi ma farli in così poco tempo seguendo i tuo post..mi ha sfinita!
    vado a riposarmi un pò..

    Buonagiornata
    Giulia

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  2. Percorso bellissimo con spledidi panorami. Non presenta difficolta' tecniche ma e' molto impegantivo fisicamente. E' consigliato un buon allenamento in montagna.

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  3. Avendo a disposizione soltanto mezza giornata ho percorso una parte dell'itinerario (Prato, Filéttole, Carteano, Sella di Valibona, Foce ai Cerri, Monte Maggiore e ritorno sui miei passi). Sono partito alle 13 e con mia grande sorpresa, e grande fatica (una breve sosta soltanto), alle 16 ero sulla vetta del monte maggiore dove mi sono potuto concedere anche una pennichella di un'oretta sotto un solicino splendido e con il rumore dei cavalli accanto a me.
    Itinerario affascinante in quanto si attraversa sia boschi fitti che aree più brulle. Attenzione nella parte finale per la scarsa segnaletica.
    Con grande piacere ho notato che è in corso un'opera di restauro del diroccato paesino di Valibona per renderlo museo della memoria. Ottima opera di valorizzazione sia dell'itinerario ma soprattutto della storia che si porta dietro il posto.
    Un saluto e camminateci!!!!

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