Al Lago delle Buse, solite marmotte e quella che mi è sembrata essere una donnola che si aggirava tra i sassi (non sapevo vivessero anche a 2000m!) :
Intorno al lago delle Stellune pascolavano tantissime vacche un pò agitate (probabilmente per la giovane età) e con una curiosità incontenibile verso la tenda e la mia presenza : una vedendomi uscire dalla tenda si è spaventata da sola e scappando ha strappato un tirante :(
La seconda sera ho visto scatenarsi in lontananza un temporale con tuoni e fulmini che si avvicinavano paurosamente. Nonostante avessi la tenda, la vista dei fulmini (di cui ho abbastanza paura) mi ha fatto pensare che era meglio scendere un pò a valle per passare la notte al chiuso. Ho rifatto lo zaino, lasciato la tenda montata con l'idea di smontarla con calma il mattino seguente, e con la torcia alla mano, mi sono diretto sul sentiero 318 in direzione Malga Cazzorga.
Era buio pesto e la torcia troppo piccola per illuminare bene il sentiero, e appena giunto dopo circa 20 minuti in vista della Malga Stellune, che sapevo essere abbandonata, ho deciso di cercare riparo lì anziché proseguire.
La Malga vera è propria è chiusa e non è altro che un enorme stallone ormai vuoto e puzzolente, col pavimento di terra e fango, ma la copertura e le pareti ancora in ottimo stato. Il Baito vicino alla Malga era invece aperto, e anche se molto spartano, mi è sembrato che i pietroni della struttura ed il solido legno del tetto , nonostante i numerosi spifferi dovuti agli infissi ormai sfasciati, fossero sicuramente più sicuri della mia piccola tenda in balia della tempesta.
L'ora tarda, il buio, e la tempesta che sta iniziando mi impediscono di sistemarmi meglio per la notte: ho sete ma preferisco non uscire, accendo una candela, stendo la mantella di nylon sugli assi per isolarmi un pò dall'umido (ho dimenticato il materassino nella tenda!) ci metto sopra il sacco a pelo e provo a rilassarmi un pò prima di dormire.
Al mattino seguente, incontro una guardia forestale che scende giù dal Cimon di Busa Grana : è un bell'uomo di mezza età, col volto reso ruvido dal sole e dal freddo patiti in chissà quante uscite, e sembra incuriosito quando si accorge che lo saluto dal Baito sottostante al sentiero.
Gli racconto e mi fa notare come il riparo che avevo scelto era secondo lui ben più pericoloso della mia tenda: due grossi abeti subito accanto alla porta (che non avevo notato la notte precedente...) avrebbero potuto attirare i fulmini, e anche il tetto non era poi così solido, senza contare le numerose aperture dalle quale sarebbe potuto entrare un fulmine, attirato dalle correnti d'aria .. insomma, secondo lui avevo fatto male a lasciare la tenda... chissà.. :?:
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